martedì 5 giugno 2007

Voglio fondare una controcultura

Voglio fondare una nuova controcultura. Voglio scarcerare più menti possibili dalla gabbia liofilizzata dove ogni anticonformismo è standardizzato e ogni categoria è cemento armato. Mi serve un posto dove riunire poche persone unite da intima sincerità fino alla completa trasparenza. Che lo siano già o che siano in grado di diventarlo in poco tempo. Molte idee condivise. Bisognerà deprogrammarsi tutti insieme. Sospensione immediata del giudizio. Le categorie della società finiscono sullo zerbino davanti all'entrata. Dentro non ci sono categorie. Ognuno è libero di esprimersi nel modo che preferisce. Operazioni di ampliamento mentale individuale. Lunghe discussioni per tutta la notte su vita, filosofia, amore e tutto il resto. Niente democrazia, le decisioni devono essere soltanto unanimi, a costo di discutere fino all'esaurimento. Niente segreti, niente asti nascosti, le reciproche simpatie sono pubbliche. Condivisione di tutti i beni condivisibili. Deve nascere qualcosa di nuovo. Dobbiamo spogliarci di tutte le nostre abitudini per creare un nuovo modo. Un nuovo modo di vivere e di pensare, completamente diverso. Dobbiamo cambiare l'essere umano e dargli uno spazio e un sistema che lo soddisfino.

lunedì 4 giugno 2007

Se esisti sei su Google, se sei figo su Youtube, se sei famoso su Wikipedia

Ovvero la nuova ontologia mediatica.
-Principio primo: ESSERE equivale a comparire su Google. In caso contrario puoi pure esistere, ma neanche un cane saprà mai chi sei.
-Principio secondo: se ti senti figo e di conseguenza hai compiuto (e ripreso) una qualunque azione degna di nota DEVI mettere il video in questione su Youtube. Particolarmente graditi nell'ultimo periodo sono i video girati a scuola durante le lezioni: se sei fortunato un qualche giornalista scioperato a caccia di servizi su internet lo scoverà e renderà famoso te e la tua impresa scolastica.
-Principio terzo: Wikipedia contiene il sapere. Ciò che non è su Wikipedia non è storia, non è scienza, non è letteratura. Una volta divenuto tanto illustre da poter essere citato in questo moderno tempio del sapere avrai la fortuna di apparire sulle tesi di maturità di migliaia di studenti che redigono le loro opere con l'utilizzo esclusivo del metodo cosiddetto copia-incolla.
(Corollario più che mai scontato: se poi hai qualcosa da dire, scrivi un blog...)

LA BLOGMANIA MIETE UN'ALTRA VITTIMA

Ennesima tragedia verificatasi oggi tra le ormai famigerate contrade della comunicazione virtuale: un altro ignaro avventore telematico intrappolato nella rete; un altro internauta annegato. La disgrazia si è abbattuta questa volta su un certo Guy, studente incensurato, da anni navigatore del web ma mai prima d'ora invischiato a tal punto nelle insidiose dinamiche del sadomasochismo mediatico. La vittima, dopo essersi ripresa dal tipico shock blogmaniacale del primo impatto, ha dichiarato solennemente: -Blogito, ergo sum.
La critica si è subito divisa sull'interpretazione da dare alla criptica affermazione: mentre una buona percentuale di opinionisti ha voluto vedere la lapidaria espressione misto latino-webslang come la geniale intuizione di un novello Cartesio dell'era cybernetica, altri e non meno numerosi pensatori l'hanno immediatamente scartata in quanto ignobile deformazione e scontata trivializzazione di una locuzione tanto illustre quanto eternamente valida.
L'autore si riserva di dubitare su quell'azzardato "eternamente", chiedendosi che ne sarebbe di lui e dell'umanità intera se non-pensare equivalesse a non-essere.
Al di là del dibattito sulle arbitrarie interpretazioni della dichiarazione, comunque, rimangono aperti e insoluti i problemi che un fatto di cronaca come questo tende oggi più che mai a porre sotto i nostri occhi: la cultura moderna è forse soltanto una blog-cultura? Meglio scrivere un libro o un blog? E gli internauti che lo leggeranno esistono anche nella realtà? Queste ed altre domande esigono risposte a cui nemmeno il filosofo del Cogito saprebbe dare una risposta certa. E se invece l'ultimissima vittima dell'imbloggamento ne sapesse qualcosa? Di certo l'ideatore di affermazioni scatenanti polemiche di simile portata non potrà astenersi dal dire ancora una volta la sua. In attesa di nuove ed entusiasmanti riflessioni, dunque, aspettiamo con impazienza l'inevitabile avanzamento del nostro pioniere virtuale nel tunnel della blogmania dal quale è stato oggi risucchiato: i risultati di questo processo di progressivo decadimento, come tutti i frutti isospettabili di ogni situazione di crisi intellettuale, non tarderanno a maturare.